Oggi si parla di Akihabara, quartiere di Tokyo in cui si trova Electric Town (il paradiso di nerd e geek) in cui potrete trovare una miriade di negozi multipiano dedicati interamente alla vendita di action figure, manga, DVD e colonne sonore dei vostri anime preferiti.
A riprova della divisione di ruoli e della netta linea di demarcazione sociale tra “maschi e femmine” che ho notato in Giappone, Akihabara è un quartiere nerd tendenzialmente maschile, rivolgendosi ad un pubblico di otaku dotati di cromosoma Y, mentre invece il quartiere nerd femminile è Ikebukuro, con una percentuale di prodotti shojo (destinati ad un pubblico femminile) più elevata.
Ad Electric Town vi perderete anche nei negozi che vendono articoli di elettronica, macchine fotografiche e dispositivi elettrici di ogni tipo, peccato che le istruzioni siano tutte in giapponese e che i prezzi per quanto riguarda questo tipo di articoli siano comunque in linea con quelli europei, di conseguenza a parte qualche affare che è l’eccezione e non la regola non penso sia molto conveniente fare acquisti di questo tipo, soprattutto per la barriera linguistica.
Akihabara è perfetta per comprare materiale relativo a cartoni animati e fumetti, perché la scelta è veramente sconfinata: c’è anche una vendita di materiale usato (ma praticamente in condizioni ottime, spesso mai tolto dalla scatola) infinita, e io e Fede abbiamo avuto la fortuna di trovare anche un mercatino che vendeva action figure a prezzo stracciato.
Ho comprato due action figure di Evangelion, con Asuka e Rei vestite da scolarette pagandole entrambe in totale 15 euro (dunque in media 7,5 euro a statuina), risparmiando veramente tanto e solo perché Rei non ha la scatola e la scatola di Asuka era leggermente ammaccata. C’è anche da dire che c’è veramente molta cura nei confronti di questo tipo di materiale, infatti nei negozi di fumetti le action figure usate vengono pulite e sistemate nelle scatole o impacchettate mettendole accuratamente sottovuoto, permettendone un’ottima conservazione.
I piani sotterranei dei negozi di fumetti inoltre sono dedicati completamente al materiale hentai (letteralmente “pervertito”), in cui si possono trovare fumetti ed anime pornografici (ma sempre censurati) ed action figure veramente divertenti e singolari, non solo per quanto riguarda i seni esplosivi ma anche per le forme, perché ne ho trovate veramente tante che interpretavano le beniamine delle serie più conosciute non solo in versione sexy, ma anche…Chubby! Belle cicciotte insomma, per accontentare anche gli estimatori della morbidezza.
Ad Akihabara abbiamo anche fatto una delle esperienze più allucinanti e al contempo divertenti del nostro viaggio, ossia una consumazione in un Maid Café, incuriositi dalle numerose ragazze vestite a tema che pubblicizzavano per strada questo tipo di struttura.
Il Maid Café in pratica è un locale in cui i clienti sono serviti da cameriere vestite con divise in stile vittoriano (ma molto più stucchevoli, con fiocchetti, nastrini brillantini etc) che accolgono i clienti come se fossero i loro “padroni”, rivolgendosi a loro con un caloroso “Welcome back master/princess” a seconda del sesso del cliente. Noi siamo andati all’@homecafé, e la nostra carinissima cameriera, Furiru, ci ha spiegato (fortunatamente in inglese) che con la consumazione di un drink o di un pasto era compresa una fotografia oppure un gioco da tavolo con la maid che preferivamo, da scegliere su un apposito catalogo. Abbiamo ordinato un “magic drink” (non sapendo cosa fosse, alla fine si è rivelato acqua gasata in cui sono stati versati dentro degli sciroppi di frutta) che ci è stato portato da un’altra cameriera tutta sorrisi e lenti a contatto che ci ha fatto recitare “l’incantesimo” necessario alla consumazione del drink, con canzoncine in giapponese e balletti che hanno suscitato grande ilarità in me, tanta inquietudine in Fede. Mentre sorseggiavamo il nostro drink abbiamo potuto osservare da un punto di vista antropologico le dinamiche di questo tipo di locale, che ha fini innocenti e le cui lavoratrici sono praticamente delle cosplayer, ma che è anche pieno di uomini single che si innamorano letteralmente di loro: molti infatti portavano loro fiori e regali e ordinavano tante cose per poter chiacchierare con loro e passarci del tempo. Da una parte la cosa mi ha un po’ intristito, perché mi è quasi sembrato di trovarmi davanti ad un caso di “prostituzione affettiva” facendomi riflettere sulla potenziale solitudine ed alienazione degli scapoli di Tokyo, ma questa è stata comunque una mia impressione da turista e da straniera, potendo non averci capito nulla dunque prendete con le pinze questa mia interpretazione.
Abbiamo poi fatto una foto con le nostre maid e prima di andare via Furiru ci ha dato un certificato di qualità per la nostra bravura di Master e Princess, salutandoci poi in una miriade di sorrisi e risatine. Si possono trovare anche degli equivalenti al maschile dei Maid Café, ovvero i Butler Café, in cui i camerieri indossano a loro volta parrucche e lenti a contatto colorate e a volte sono anche vestiti da donne (ma non ho potuto constatare direttamente questa cosa perché non abbiamo avuto occasione di andarci).
Per concludere, se andate ad Akihabara dovete assolutamente visitare il Mandrake Complex, un negozio paradiso degli otaku di otto piani in cui potrete trovare delle chicche splendide (io mi sono portata a casa un bozzetto originale dell’anime di Sailor Moon, Fede di Doraemon) e in cui vi perderete con gli occhi a cuoricino.
Dunque cari nerd e otaku, da Akihabara tornerete con il portafogli più leggero e la valigia più pesante, ma fidatevi: ne vale veramente la pena!