Cronache giapponesi, parte 1 – Il volo

image1Diamo inizio alla saga giapponese: premetto che intervallerò i post a riguardo (i miei più demenziali e descrittivi, quelli a cui contribuirà Fede più utili ed informativi) con altri di argomento vario, più che altro perché altrimenti vi tagliereste le vene e me le taglierei probabilmente anche io.
Comincerò parlando del viaggio in aereo, perché gira e rigira sono quello che Flaubert chiamerebbe senza remore “un cuore semplice” e non avevo mai fatto un viaggio così lungo prima di questa esperienza: il volo è stato dunque per me già parte fondamentale del viaggio.

Mi sono sempre limitata a girare l’Europa con compagnie low cost come Ryanair ed Easy Jet, con cui mi sono sempre trovata bene anche e soprattutto per questioni di budget, dato che faccio palesemente parte della generation poraccia (o poratcha, che fa più internescional), e mai ero salita su un aereo Alitalia.
Fede ne era consapevole, dunque appena superati i controlli e le code di routine, appena siamo saliti si è svolto il seguente dialogo:
F: “Ceddy, è un aereo più grosso di quelli a cui sei abituata, dunque non ti spavent…”
C: “UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!!!!11111!!!”
F: “Ceddy, calmati e cerca il tuo posto.”
C: “E’ ENORME! CI SONO TRE FILE DI POSTI! I SEDILI CICCIOSI! GLI SCHERMI TV!!!”
F: “Ceddy smettila, mi stai mettendo in imbarazzo, siediti.”
C: “Cosa sono queste? COPERTINE OMAGGIO? CUSCINI? CUFFIE?!”
F: “Io non ti conosco.”
Sebbene fossimo in economy, perché sempre generazione poraccia siamo, la presenza dei gadget e degli schermini per i film è stata una scoperta che mi ha mandato in sollucchero, mai quanto però il carrello del cibo portato avanti e indietro dalle hostess e dagli stewart premurosi.
C: “Fede, c’è del cibo!”
F: “Sì, i pasti sono compresi nel volo.”
C: “E’ IL GIORNO PIU’ BELLO DELLA MIA VITA!!!”
Dunque, bardata di copertina sintetica e cuscino, mi metto comoda e mi rilasso al pensiero di avere dodici ore di ozio da trascorrere prima di toccare il suolo giapponese, ma dato che oltre ad un cuore semplice sono una chiavica e soffro anche il mal d’aereo, prendo il mio bel pasticcone di Xamamina di rito. Il video di presentazione non fa in tempo a dire “Brace! Brace!” che io sono collassata, con testa all’indietro e tanto di rivolo di bavetta, con gioia di Fede che per le successive due ore non mi si è dovuto sorbire.
Al mio risveglio non è ancora ora della “notte indotta”, escamotage molto utile per attutire i problemi di jet lag. Mi guardo intorno e il volo è occupato dal 90% di giapponesi, estremamente organizzati e già tutti praticamente in pigiama, bigodini e ciabattine. La signora dagli occhi a mandorla seduta di fianco a me preannuncia un trend che scoprirò successivamente spaccare di brutto in Giappone, indossando una mascherina medico-chirurgica e dormendo avvolta in sette coperte, assumendo un po’ un aspetto simile a quello che aveva ET nella famosa scena della bicicletta.
Tempo mezz’ora e tutto il popolo nipponico nell’aereo indossa le mascherine, ha calze utili alla circolazione e sta preparando spazzolino e dentifricio da usare dopo la cena.
Servono il pasto e mentre lo divoro la signora accanto a me mi guarda disgustata e aggiunge un fazzoletto alla mascherina come ulteriore protezione (da cosa non l’ho ancora capito), non tocca il suo pasto e dorme. Ferma. Immobile. Per otto ore.
E’ ora di dormire e per conciliare il sonno mi guardo tutta la filmografia di Ferzan Özpetek, ma la recitazione di Stefano Accorsi mi inquieta e rimango sveglia. Fortunatamente lo staff di volo mi viene incontro, servendo il terzo snack.
Mi addormento e mi sveglio per nmila volte, facendo l’errore di alzarmi soltanto una volta per andare a fare la pipì per non disturbare la signora che ho seduta di fianco e che sembra essere in coma indotto. I passeggeri giapponesi invece in modo estremamente efficiente regolano il loro ciclo sonno-veglia in modo da alzarsi al momento giusto per stiracchiarsi, fare stretching e ballare con l’hula-hop, per poi tornare a dormire istantaneamente appena toccano il sedile rimanendo fermi ed immobili.
Il volo è terribilmente silenzioso, Fede per questo è in paradiso e io comincio ad avere la mia prima crisi di identità realizzando di essere un’italiana caciarona a cui la mancanza del vituperato casino alla lunga peserà e sarà estraniante, dunque compenso guardandomi tutte le stagioni di Modern Family. Mi addormento. Vengo svegliata da una hostess che mi chiede se voglio dei crostini. Il mio riflesso incondizionato è quello di allungare la mano e ingurgitare senza nemmeno aprire gli occhi ciò che mi è stato porto, Fede è più reticente e la hostess decisa gli affibbia i crostini non accettando un no come risposta. Ovviamente quei crostini li mangerò successivamente io.
Si arriva all’aeroporto di Narita, cosa che comprendo solo dall’annuncio del pilota perché non vola una mosca, ma i giapponesi sono già in formissima, in ordine, sistemati lindi e pinti seduti composti in attesa dell’atterraggio. ZITTI. Io ho le caviglie dello stesso diametro delle cosce e non mi ricordo come mi chiamo, mi sento le ossa come i tasselli di un cubo di Rubik caduto dal quinto piano di un palazzo e ricevo dalla hostess dei moduli che inizialmente credevo fossero il materiale per il corso base di origami.
Una volta compilati i moduli per l’immigrazione, atterriamo e ci dirigiamo allo sportello di cambio valute per cambiare in Yen la sommetta di Euro che ci siamo portati dietro venendo letteralmente trascinata da Fede, che si scoprirà avere origini giapponesi rivelandosi sempre efficiente e un po’ cyborg. Sperimento il mio primo jet lag, perché in Giappone sono le dieci e c’è il sole ma in Italia e secondo il mio orologio biologico sono le tre del mattino, alla faccia di Ferzan Özpetek.
F: “Ceddy ora dobbiamo prendere il treno per arrivare a Tokyo.”
C: “Uhmmmfrumffffbabbonataleburger?”
E così ha inizio la vera e propria avventura, che avrà luogo i primi quattro giorni a Tokyo.
To be continued…

3 comments on “Cronache giapponesi, parte 1 – Il volo

  1. che meraviglia 😀 ti invidio moltissimo sappilo!!!
    Io l’ho già prenotato come viaggio di nozze (quando? Boh) il Giappone. Giappone e Singapore però 😛

    Per i prossimi anni mi sa che mi concentrerò sull’Europa, quando possibile, causa budget (non che sia economicissima, ma almeno sul volo…)

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