Quando avevo i capelli di Twilight Sparkle

Il primo viola

Come potete vedere dalla foto alla vostra destra (ma anche alla vostra sinistra), l’anno scorso ho avuto la crisi dei trent’anni con tre anni in anticipo cedendo ad un desiderio che avevo da anni: il farmi i capelli di un colore degno di un mini pony.
Tra una cosa e l’altra però, conscia che lo schizzo di follia sarebbe durato per cause di forza maggiore solo un’estate mi sono limitata alle punte, ottenendo tra una tribolazione e l’altra un colore viola carico che ho amato (per la sua bellezza) e al tempo stesso odiato (per la noiosa manutenzione) alla follia.


L’ho amato perché era veramente splendido: lucente, intensissimo, di una tonalità di viola veramente meravigliosa, pieno di riflessi e che mi rendeva simile a Twilight Sparkle (anche se da sempre la mia preferita è Rainbow Dash).
L’ho odiato perché già dall’inizio le operazioni per ottenerlo sono state dispendiose in termini di tempo e di salute tricotica: questo perché, per far attecchire un colore innaturale, la base deve essere chiara, chiarissima (meglio se bianca ossigenata) e ho dovuto fare due decolorazioni dalla parrucchiera (italiana, storica pettineuse di Fede e con cui alla faccia dei miei pregiudizi sui parrucchieri mi sono trovata molto bene per il rapporto qualità-prezzo) per avere una specie di shatush di color nefritico. I colori di questo tipo infatti sono particolarmente indicati sulle persone naturalmente bionde e con i capelli non tinti, io che mi tingo di castano scuro da anni praticamente ho dovuto far fare un esorcismo alla povera ragazza che ha messo mano alla mia testa.
Successivamente la parrucchiera mi ha messo due tonalità di viola per ottenere un effetto sfumato: bello, bellissimo, fighissimo. E’ durato però un lavaggio solo, poi i miei capelli sono diventati rosa.

Al che, dopo aver letto un sacco di review di questi colori per capelli mirati a fare le tinte pazze, ho comprato una confezione del famosissimo Manic Panic, tonalità Purple Haze della linea Amplified (dunque più duratura).

Capelli rosa. Manic Panic aiutami tu!
Capelli rosa. Manic Panic aiutami tu!

Era veramente fantastico e si è rivelato molto più duraturo ed intenso del colore originario della parrucchiera: avendo fatto solo le punte inoltre una confezione mi è durata praticamente due mesi, usandola in modo dilazionato senza remore perché sono balsami colorati senza ammoniaca, vegani, con un ottimo inci e assolutamente non dannose per il capello, al contrario di quanto si possa pensare (possono essere usate anche sui bambini, fate vobis).
Ma per quanto potesse essere fantastico, ad ogni shampoo andava via un buon 60% del colore, cosa che mi ha portato tutte le volte a mescolarne un po’ nel balsamo e a tenerlo in posa per ore ogni volta che dovevo lavarmi i capelli, dunque potete immaginare la rottura di scatole (e gli asciugamani e il bagno sempre color melanzana).
Una volta finita l’estate mi sono ritinta del colore originario (anzi no, mi sono fatta nera, ma è durata pochissimo e nel giro di un paio di mesi sono tornata al mio solito castano), poi mi sono fatta tagliare una ventina di centimetri di capelli, perché ormai quelle povere punte ne avevano viste abbastanza: una parte di me ha pianto, l’altra ha tirato un sospiro di sollievo.
Mi sentivo splendavigliosa con i miei capelli colorati? Sì.
Me la sento di ripetere la cura quotidiana e certosina del mantenimento di un colore pazzo? No.
Sogno ancora una chioma alla Rainbow Dash, ma con la pigrizia che ho addosso al prossimo giro ho deciso di prendere direttamente una parrucca.

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