Cronache giapponesi, parte 5 – Asakusa

2015-08-21 03.01.12Continuano le cronache giapponesi parlando di Asakusa, quartiere di Tokyo che piacerà agli amanti del lato più “tradizionale” della terra nipponica.puffaAsakusa infatti (pronuncia “asaksa”), nonostante agli inizi del novecento fosse un quartiere decisamente mondano ora come ora ha un fascino dettato dai suoi templi, come ad esempio il Senso-ji, uno dei più visitati della città. In questo tempio troverete la statua dorata di Kannon (o meglio, dovete andare sulla fiducia, perché non è mai esposta al pubblico), bodhisattva (“colui che cerca di conseguire il risveglio”) della compassione, che secondo la leggenda è stata recuperata per caso miracoloso da due pescatori dal fiume Sumida-Gawa nel 628.
Per entrare nel tempio si passa attraverso il Kaminari-mon, la “porta del tuono”, un portale di colore rosso sorvegliato dal dio del vento e dal dio del tuono.
incensiereTroverete poi un sacco di paccottiglie turistiche e snack tipici passeggiando per la Nakamise-Dori, una strada pienissima di negozi di souvenir situata nel complesso templare alla fine della quale troverete il tempio e un’imponente pagoda a cinque piani. Inoltre vicino ai templi vedrete spesso (non solo ad Asakusa) anche diversi incensieri che servono da una parte a raccogliere offerte votive (si da un’offerta per comprare un mazzetto di incensi), dall’altra a dare buoni auspici, salute e prosperità. E’ usanza infatti bruciare gli incensi e metterli nell’incensiere e attirare su di sé il fumo prodotto, affinché esso, entrando in contatto con corpo e vestiti, assicuri una salute di ferro e serenità ai devoti (inutile dire che ho eseguito questo rituale con gioia tutte le volte che vedevo un incensiere).
templePasseggiando per Asakusa inoltre per la prima volta ci è capitato di essere fermati da gruppi di studenti di lingue straniere, i quali si offrono o di accompagnare i turisti in tour gratuiti della città o di spiegare e illustrare elementi tipici e folklorici del Giappone in cambio di un po’ di esercizio nella lingua inglese.

L’iniziativa è veramente bella e utile, ma il livello di inglese parlato dalle persone che abbiamo incontrato durante la vacanza non era molto alto, ma ciò non ci ha impedito di fare amicizia con due adorabili studentesse che ci hanno parlato del festival Hinamatsuri che hanno detto che il mio nome è kawaii (carino) saltellando e battendo le mani di gioia sapendo che eravamo italiani (tenere, come tutti i Giapponesi del resto: sono il popolo più educato e gentile che abbia mai conosciuto <3). D’obbligo la foto ricordo, in cui siamo venuti ovviamente tutti più brutti di quanto già siamo, ma è bella anche per questo.

Nella prossima puntata si parlerà di Odaiba, praticamente il box dov’è parcheggiato Gundam!

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