The Big Bang Theory (BBT per fare prima) è ormai diventata una serie televisiva molto amata e conosciuta a livello globale, la quale a mio avviso ha come merito, oltre all’aver sdoganato l’attualità del “smart is the new sexy”, di aver esplorato molte sfere della sessualità portando sul piccolo schermo e cospargendoli di sagace ironia temi come l‘asessualità, l’omosessualità o l’essere queer (termine che spiegherò in soldoni e approssimativamente con il non rientrare nelle definizioni principali di etero, omo o bisessualità).
Per questa motivazione BBT si è prestata molto frequentemente ad essere oggetto di studio e di dibattito dei così detti gender studies (studi di genere) i quali, a partire dai cambiamenti e dall’emancipazione culturale postasi tra l’inizio degli anni ’70 e gli ’80, hanno cominciato a studiare e ad affrontare in modo multidisciplinare l’importanza dell’identità di genere e della sessualità.
BBT mostra dei personaggi che infatti manifestano perfettamente le contraddizioni che tutt’ora possono essere riscontrate negli stereotipi di genere consolidatisi nostra società ma che, in seguito, presentano delle evoluzioni e dei contraltari che sottolineano come ormai certi paletti culturali a cui siamo abituati ad obbedire devono adattarsi alla fluidità e al cambiamento della contemporaneità.
Ne è un esempio Penny, inizialmente presentata come la classica biondona che, in quanto bella, di conseguenza deve essere per forza stupida (tra l’altro Penny è l’unico personaggio di cui non si dice il cognome, cosa che in principio la metteva su un piano ancora più basso). Tuttavia la presenza di Penny ha un ruolo fondamentale nella conferma del passaggio dei nerd alla così detta “mascolinità egemonica”, secondo la quale i geek, solitamente ostracizzati e derisi, passano al ruolo di maschi alfa grazie alla presenza di una donna desiderabile e corteggiata. Per quanto apparentemente questa dinamica possa sembrare maschilista, alcuni vi hanno riconosciuto un passaggio necessario per arrivare a sdoganare donne che sono a loro volta delle cervellone, ovvero Amy e Bernadette, e l’evoluzione di Penny stessa.
Penny dunque è una figura importantissima in quanto tramite dell’inclusione delle donne in quello che è un “privilegio maschile”, al punto da integrarsi successivamente in entrambi i gruppi e da pavimentare la strada che porta alla distruzione dell’equazione nerd/intelligente= esclusivamente maschio. BBT infatti riflette anche come socialmente la figura del nerd sia estremamente cambiata: inizialmente visto infatti come uno sfigato ed emarginato, nell’attuale cultura occidentale all’insegna della tecnologia e del progresso scientifico il nerd nei fatti si inserisce in un ruolo vincente, e assume varie forme che vanno anche al di là di discipline come l’informatica o la fisica.
Un esempio cruciale a questo proposito è la figura di Amy, la quale mostra tra l’altro sin da subito le difficoltà che possiede ad approcciarsi da un punto di vista amicale con altre ragazze tramite rituali di genere consolidati come lo shopping e le feste. Amy oltre alla conoscenza scientifica mostra di avere grandi competenze anche nel settore umanistico, recitando ad esempio “The Miller’s Tale” di Geoffrey Chaucer tratta dalle Canterbury Tales quando sta giocando assieme a Penny e Bernadette a “Obbligo o verità” nel momento in cui deve raccontare una storiella piccante o conducendo in modo più o meno diretto il fidanzato Sheldon nel terreno dei gender studies (sebbene Sheldon si prenda sempre gioco di essi e di tutte le discipline umanistiche in generale). Amy e Bernadette inoltre sono anche figure che segnano anche una maggiore inclusione femminile nella ricerca e tra gli scienziati, fornendo anche una prospettiva più ampia delle politiche di genere e della rappresentazione dell’intellettualismo femminile nella serie.
Il personaggio di Sheldon ha invece il merito di mostrare anche l’asessualità, orientamento di cui ancora troppo poco si parla e che spesso viene accolto con sospetto e in alcuni casi discriminazione. Sheldon mostra come le persone asessuali siano semplicemente non interessate al sesso, riuscendo a godere della compagnia del proprio partner anche senza. Sheldon però nelle ultime serie si pone anche come un partner sessuale, sottolineando come molte persone asessuali non abbiano odio del sesso e riescano anche a goderselo assieme al proprio partner, pur non essendone primariamente interessati. Tuttavia l’asessualità di Sheldon è più volte illustrata direttamente, al punto che Leonard in una puntata dice a Penny che Sheldon si riprodurrà per mitosi dopo aver mangiato troppo cibo cinese.
Molti personaggi di BBT inoltre manifestano comportamenti non binari dal punto di vista del genere, apparendo per l’appunto queer: ne sono un esempio Amy e alcuni suoi atteggiamenti nei confronti di Penny, o il rapporto che c’è tra Raj e Howard, il quale incarna perfettamente il concetto di Bromance e che sdogana l’affetto e l’amicizia profonda tra uomini senza avere delle implicazioni erotiche e mettendo in scena l’omoaffettività.
Big Bang Theory di conseguenza è di certo una serie televisiva piacevole, di facile fruizione e molto divertente, che secondo me può vantare molti più piani interpretativi di quanto -soprattutto inizialmente- si possa pensare. A voi piace questa serie televisiva, e concordate con questa lettura interpretativa o avete immaginato le implicazioni sentimentali e personali di questi personaggi in modo diverso?
Se vi va, scrivete pure la vostra opinione nei commenti, intanto vi consiglio questa raccolta di saggi estremamente interessante a riguardo: The Sexy Science of The Big Bang Theory – Essays on Gender in the Series, di Nadine Farghaly e Eden Leone.